Memoria del 2 agosto 1980

Le classi terze della sc. secondaria De Andrè hanno incontrato, giovedì 28 aprile,  Cinzia Venturoli (storica e docente universitaria), e Agide Melloni (testimone della strage  e autista dello storico Bus 37)..

I ragazzi hanno potuto fare memoria di quel fatto lontano nel tempo ma ancora presente nelle aule processuali e nella memoria dei parenti e di quanti sono soprvvissuti.

Questa la cronaca di questa mattinata fatta dal sig. Melloni

ALLA RICERCA DI UNA SCUOLA (MOMENTANEAMENTE) PERDUTA!

.....e poi tre incontri in classe, per capire cosa fu la strage del 2 agosto1980.
Prima o poi mi sarebbe capitato anche questo: cercare una scuola...che si trova altrove! 
E questa mattina, in via Galliera a Bologna, all'altezza del numero 74, la scuola c'era...ma non era quella Media "F. De Andrè" dove avrei dovuto recarmi insieme a CINZIA VENTUROLI per portare la mia testimonianza sul 2 agosto 1980. Eppure internet mi diceva che era lì ma quando il personale di quella Elementare dove io mi ostinavo a voler entrare mi ha precisato che a quell'indirizzo c'è solamente la segreteria delle De Andrè ho capito il disguido in cui mi ero cacciato!
Pronta reazione (tanto per non perdere l'orgoglio di vecchio tramviere!), veloce ritorno sui miei passi ed in stazione prendo al volo un Taxi che mi porta in pochi minuti in via Asiago 33, zona Ospedale Maggiore, giungendo a scuola (quella giusta, questa volta!) e ritrovandomi con Cinzia prima che lei iniziasse la prima delle sue tre lezioni odierne alle terze classi delle studentesse e studenti di questa scuola Media bolognese.
Terza "C", terza "B" e terza "A" ci hanno accolti nelle rispettive aule, la nostra prof ed il sottoscritto, e sono state sei ore di ricostruzione storica, di memoria su fatti e persone, il ricordo di vite spezzate e di dolore intenso, di persone ferite nell'animo e nel corpo. Con Cinzia sempre eccellente nel portare questi giovani "dentro" la storia di una bomba, di un massacro, di tentativi di rovesciare una democrazia, di ruoli eversivi svolti non solo da gruppi terroristici ma anche da apparati dello Stato. Illustrando chi furono gli esecutori della Strage alla stazione, le condanne processuali e quella assurda libertà di cui godono da tempo nonostante le loro accertate colpe.
E poi la mia testimonianza, ripetuta tre volte, in ognuna delle classi dove ragazze e ragazzi hanno potuto confrontarsi con qualcuno che quel giorno c'era, vide e partecipò ai soccorsi, conducendo un autobus tristemente pieno di corpi senza vita, insieme a quella umanità di persone di Bologna che non girò le spalle a chi chiedeva aiuto e conforto e volle impegnarsi per ridare dignità e giustizia ad una collettività di persone colpite con violenza da criminali ispirati da ideologie fasciste.
Oggi sessantadue studenti ci hanno ascoltato, e con loro anche i loro professori. Con rispetto ed in silenzio, perchè questo racconto merita sempre silenzio e rispetto, per chi ha sofferto e non c'è più. E' valsa la pena di farlo, vale sempre la pena di farlo anche quando i ragazzi fanno fatica a tirare fuori le loro parole, a fare quelle domande che noi adulti vorremmo che facessero. Un saggio disse che il silenzio è una manifestazione rumorosa espressa in altro modo. Appunto.